IL MIO MADAGASCAR…
Un percorso per conoscere la parte più bella degli altipiani e del sud della quarta isola più grande al mondo. Attraversando gli altopiani centrali, si approfondira’ l’aspetto naturalistico di questa vasta regione contraddistinta da panorami diversi, foreste pluviali, paesaggi brulli, pianure erbose e profondi canyons. Non mancheranno gli incontri con la popolazione locale. Il Madagascar è un caleidoscopio di tribù e culture, con origini e tradizioni diverse…..tutte con i propri usi, costumi e feste tipiche.
DETTAGLI DI VIAGGIO | |
MINIMO DI PERSONE | 2 |
PARTENZE | INDIVIDUALI / GIORNALIERE |
LINGUA | ITALIANA |
DURATA | 10 NOTTI // TRATTANDOSI DI UN VIAGGIO SU MISURA LO ADATTEREMO ALLE VOSTRE RICHIESTE |
ITINERARIO | ANTANANARIVO, ANTSIRABE, PARCO RANOMAFANA, FIANARANTSOA, AMBALAVAO, PARCO ISALO, ANAKAO |
Il mio primo viaggio in Madagascar risale a quando questa splendida terra era ancora sconosciuta….Anche io, in realtà, immaginavo di fare un viaggio in un’isola tropicale come Mauritius o Seychelles e invece mi trovai catapultata in un mondo completamente diverso dalle mie aspettative!! E da quel viaggio sono tornata arricchita nel cuore……
Uno slogan del locale ente del turismo recita “Il Madagascar è in Africa, ma non è Africa”. Nulla di più vero. Nonostante le due terre risultino separate da un tratto di mare di appena 400 km, si tratta di mondi completamente diversi. Nell’isola manca del tutto la fauna di grossa taglia, i feroci carnivori e i velenosi rettili africani, sostituiti da animali di altro tipo che si trovano soltanto qui, la vegetazione solo in parte è comune e pure gli abitanti sono totalmente dissimili, anzi formano un mèlange talmente speciale da non trovare uguali da nessuna altra parte della terra
Il Madagascar è il paradiso della biodiversità, un habitat straordinario per specie uniche al mondo. Lemuri, tartarughe, camaleonti o baobab, sono tutte specie caratteristiche del Madagascar, paese che ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, la maggior parte delle quali vivono solo qui. Questa isola si è separata circa 165 milioni di anni fa dall’Africa per effetto della deriva dei continenti. Dall’epoca dei dinosauri iniziò a navigare come una zattera nell’oceano Indiano con il suo prezioso carico di natura, fino fermarsi 60 milioni di anni or sono nell’attuale posizione, di fronte alle coste del Mozambico. L’isolamento ha favorito lo sviluppo di specie che non esistono in alcun altro paese al mondo!
Paesaggi che cambiano e che vanno da altipiani dalla terra rossa e risaie a foreste pluviali di latifoglie a nord e a est, foreste secche a ovest e foreste spinose a sud, foreste di mangrovie tipiche delle coste sudoccidentali, praterie, canyon, vaste distese di calcare e rocce friabili composte da conchiglie fossilizzate che si chiamano Tsingy e che ci riportano all’epoca del Giurassico, e infine, svariate zona marine e costiere con una barriera corallina, terza al mondo per dimensione.
Così come la flora e la fauna, anche l’uomo malgascio può essere considerato a suo modo endemico, non trovando alcun riscontro altrove. Ci sono 18 differenti etnie e l’unica cosa che li accomuna è la lingua. I malgasci sono venuti dall’Indonesia e dalla Malesia e hanno portato in Madagascar baco da seta, cane, maiale, polli, riso, banane, cocco e agrumi. Altre migrazioni si portarono commercianti arabi e indiani, schiavi africani, colonialisti europei, missionari, esploratori e avventurieri, compresi i pirati, per diventare poi colonia francese a fine 1800. Il risultato è il malgascio odierno, effetto di tutte le mescolanze possibili, ma con alcune caratteristiche precise: il carattere, sempre calmo e serafico, il sorriso sempre presente sul volto e la cultura che si basa sui tabù, il culto degli antenati, i sacrifici rituali, l’astrologia e la superstizione.
Il nostro itinerario si svolge in maniera individuale, con un mezzo 4×4 guidato da un autista/guida parlante italiano che mi ha accompagnato per tutto il viaggio e con il quale ho stretto grande amicizia. Abbiamo detto che in Madagascar ci sono 18 etnie? Bene, il nostro itinerario ci permetterà di incontrarne 4 e al cambio di paesaggio segue il cambio di etnia. Partiamo dall’etnia dei Merina, il “popolo degli altipiani”. L’itinerario che parte proprio da questa zona, il centro-sud parte, ha origine da Antananarivo, sugli altopiani centrali, sede del più consistente mercato artigianale e di spezie dell’Africa australe, ma anche la capitale meno africana del continente, e tocca in successione i tanti villaggi agricoli dei Merina, circondati da risaie e terrazzamenti. In fin dei conti non abbiamo detto che provengono dall’Asia? Incontriamo dapprima Antsirabe, cittadina termale dall’architettura coloniale francese famosa per la lavorazione di minerali e pietre preziose e Ambositra, cuore dell’artigianato malgascio in legno dell‘etnia degli artigiani Zafimaniry. Non so quanti oggetti ho riportato a casa…..opere di legno finemente intagliate come scatole portagioie, i giochi da tavola Fonorama e Katra con le pietre semipreziose, le ceste di rattan intrecciate a mano, le tovaglie ricamate…. E poi si arriva all’incontro con i lemuri dal viso furbetto nel parco di Ranomafama, foresta pluviale ricca di orchidee e altri tipici animali come gechi, rane e camaleonti. Si prosegue quindi per Fianarantsoa, seconda città dell’isola, centro della cultura e fulcro del cristianesimo, dove visitiamo anche la Missione di Don Bosco. Ambalavao, centro di produzione di una romantica carta papiro con fiori secchi incorporati e con i quali ho realizzato le mie partecipazioni di nozze. E qui cambia completamente il paesaggio e cambia anche l’etnia del popolo….dagli altipiani alla foresta pluviale raggiungiamo le grandi savane aride del sud, con le foreste spinose e le piante grasse, abitate dall’etnia dei Bara, pastori che con le loro mandrie di zebù, circondano il parco dell’Isalo, un incredibile mondo minerale formato da canyon, cascate e rocce erose in maniera esasperata. Grandi alberi di baobab e imponenti quanto curiose tombe conducono all’Arboretum Antsokay, un giardino botanico con 900 specie di piante, di cui 90 % endemiche e 80 % medicinali. Di nuovo cambio di etnia e di paesaggio….Ci avviciniamo alla costa dove troviamo Tulear, la sonnacchiosa capitale marina del sud sulla costa occidentale, protetta dalla barriera corallina e solcata dalle colorate barche a bilanciere dell’etnia dei pescatori Vezo, i nomadi del mare. Dopo un viaggio pieno di emozioni è obbligo un pò di riposo!! Questa zona, il litorale del Sud- Ovest, è meno battuto della più blasonata Nosy Be (a nord), ma ugualmente affascinante. Qualche notte ad Anakao, un piccolo villaggio di pescatori dal fascino incredibile e che offre numerose spiagge di sabbia bianca con un’acqua turchese. Anche se si tratta di una località sul litorale si raggiunge in barca da Tulear perché non ci sono strade battute!! Se amate le immersione e gli sport in mare questo è il posto giusto poiché il sito permette la pratica dell’immersione, del kitesurf, del windsurf e dello snorkelling. Ma Anakao è anche il punto di partenza per le crociere verso le isole vicine, Nosy Ve e , Nosy Satrana.
Il mio primo viaggio in Madagascar si concludeva….ma poi c’è stato anche il secondo ed il terzo…….. Nuove avventura in cui ho approfondito il nord, l’estremo sud, l’isola di Sainte Marie….to be continued!!!
ABBINAMENTI
IL TOUR DEL MADAGASCAR E’ ABBINABILE ANCHE AD UN SOGGIORNO MARE A MAURITIUS, PER UN SOGGIORNO ALL’INSEGNA DEL LUSSO